Le Valli Chisone e Germanasca Emigrazione nella Prima Metà del 900 Emigrazione nella Seconda Metà del 900 Emigrazione Oggi
Le Valli Chisone e Germanasca Emigrazione nella Prima Metà del 900 Emigrazione nella Seconda Metà del 900 Emigrazione Oggi
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Leggi il racconto di Leandro Seva
  La decisione di partire per l’Italia si prese quando in Argentina cominciò una crisi economica.
Mio papà e...(continua)
 
Leggi il racconto della mamma di Leandro Seva
  La mamma di Leandro andava a scuola in Argentina; prendeva il pullman del “Trasporto Scolastico” anche se...(continua)  
  ARGENTINA  
 
 
CARTA D'IDENTITÀ
CAPITALE: Buenos Aires
LINGUA: spagnolo
ORDINAMENTO: repubblica Presidenziale Federale
MONETA:peso argentino
RELIGIONE: cattolica
 
     
  Il Paesaggio  
  L’Argentina confina a Nord con la Bolivia, il Paraguay e l’Uruguay, ad Est con l’Oceano Atlantico, a Sud con il Canale di Drake, ad Ovest con l’Oceano Pacifico.
La caratteristica principale del paesaggio argentino è data dal forte contrasto tra le pianure della parte orientale e le montagne della parte occidentale.
Ad Ovest si eleva la Cordigliera delle Ande; la Puna de Acatana, divisa tra Argentina e Cile, è una zona elevata e desertica, attraversata da catene che superano i 5000 metri e costellata di depressioni chiuse, i Salares. La Puna è dominata ad Ovest da alti vulcani ed è limitata ad Est da un gruppo di catene orientate da Nord a Sud: Sierras di Jujuy, di Salta, di Tucuman. Le cime di queste Sierras formano distese regolari.
Nella parte centrale delle Ande argentine la Puna si fraziona in corte catene massicce che circondano depressioni aride, in cui le acque scorrono stentatamente.
Le pianure occupano gran parte del territorio dell’Argentina.Gli alberi sono rari e la vegetazione è composta quasi esclusivamente di praterie e cespugli spinosi. Dominano le pampas.
La pampa era all’origine una sterminata prateria di erbe e graminacee resistenti; dopo meno di un secolo dai primi tentativi di colonizzazione sistematica, questo tipo di pascolo, il “pasto duro”, è stato trasformato in “pasto tierno”, pascolo tenero, mediante l’introduzione di nuove specie e l’estensione dell’erba medica.
Nelle Ande meridionali invece, si trovano boschi di araucarie (parco nazionale di Nahuel Hualpì), interrotti da praterie di montagna. Più a Sud, la foresta che cresce lungo lo stretto di Magellano è composta di alberi a foglie caduche (faggi). Al di sopra dei 1200 metri si trova il bambù.
L’estremità meridionale del Paese, sul versante oceanico, è umida e la temperatura è sempre piuttosto bassa, nelle Ande meridionali il freddo è più intenso; d’inverno gli altopiani della Patagonia sono ricoperti di neve. All’estremo Nord il clima è caldo, con forti piogge estive.
Nella pampa il clima varia: mite e umido verso la costa, si fa continentale e secco verso l’interno.
In tutte le altre parti dell’Argentina la caratteristica principale del clima è la tendenza all’aridità.
 
 
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  L'Economia  
  L’Argentina s’identifica con la pampa, la fertilità delle sue terre, la qualità della sua carne, l’abbondanza dei suoi cereali, con il mito del gaucho, conosciuto un tempo come un uomo libero a cavallo, ma ormai trasformato in semplice mandriano stipendiato.
Gli imprenditori agricoli danno la preferenza alle colture destinate all’esportazione in Europa: mais, soia, sorgo, girasole; nei pressi della capitale si è sviluppata una fascia di colture ortofrutticole; nella zona di Mendosa si trovano fasce di vigneti, mentre la produzione di barbabietole è assicurata dal Rio Negro e quella della canna da zucchero dalla provincia di Tucuman. L’allevamento ha pari importanza della produzione agricola, l’Argentina è uno dei maggiori produttori di carne bovina e di lana.
L’Argentina dispone di risorse naturali considerevoli. Il Paese è dotato di ricchi giacimenti di uranio; sono in funzione due centrali nucleari (Atucha e Embalse). Inoltre è un produttore di petrolio e di gas naturali.
L’industrializzazione del Paese è avvenuta grazie all’apertura alle multinazionali che, a partire dal 1958, hanno scelto l'Argentina per impiantare i loro stabilimenti. Tutti i settori sono interessati, dalla siderurgia all’elettronica, passando per l’industria tessile, chimica, petrolchimica, alimentare ecc.
Dal 1975 l’inflazione annua ha continuato a crescere fino a toccare punte del 200% alla fine degli anni ottanta. Grave è il problema della disoccupazione. Negli ultimi anni il tenore di vita medio si è abbassato notevolmente ed è stata particolarmente grave la recessione economica che ha colpito il Paese a partire dal 2001.
 
 
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  L'Argentina nel tempo  
  L’odierna Argentina nella parte centrale è costituita dai territori che formano la zona del Rio de la Plata, o “fiume d’argento”, scoperto nel 1516 da Juan Diaz de Solis, navigatore spagnolo; questo fu ucciso dagli indigeni, così il primo tentativo di stanziamento si ebbe solo nel 1536 per merito di Pedro de Mendoza, in una località detta Santa Maria de los Buenos Aires. Anche questo tentativo fallì e la fondazione di Buenos Aires ebbe luogo soltanto nel 1580 su iniziativa di Juan de Garay.
Nel 1776, sotto Carlo III, il governatorato spagnolo fu trasformato in vicereame e diviso in otto intendenze e due territori militari. Undici viceré si succedettero, finché nel 1810 vi fu la rivolta contro la Spagna e fu costituita una giunta rivoluzionaria; il 9 luglio del 1816 il congresso di Tucuman proclamò la piena indipendenza delle “Province Unite del Rio della Plata”. La vita della nuova nazione all’inizio non fu facile; fino alla metà del XIX secolo si susseguirono lunghi periodi di anarchia dominati da lotte terribili tra “unitari”, partigiani di un governo presidenziale e centralizzato dominato da Buenos Aires, e “federalisti” delle province, sostenitori degli interessi dei feudatari agrari e dei gauchos.
Nel 1853 venne data la costituzione.
Oggi l’Argentina è una repubblica presidenziale federale; nel 1994 è stata promulgata una nuova costituzione.
Il capo dello Stato è eletto ogni quattro anni ed è anche capo del governo; il potere legislativo è affidato al congresso nazionale, formato dalla Camera dei Deputati e dal Senato.
 
 
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  STORIE DI BAMBINI
Leandro racconta...
 
  La decisione di partire per l’Italia si prese quando in Argentina cominciò una crisi economica.
Mio papà e mia mamma non presero la decisione da soli, ma parlarono anche con me e mio fratello.
Ricordo che quella sera parlammo per quasi un’ora, finché la faccenda fu chiusa…
Dovevo lasciare la scuola e i miei compagni che, con mia grande sorpresa, mi fecero una festa d’addio.
Mio papà mi convinceva a non piangere e diceva che non sarebbe stato un vero addio.
Con molta tristezza per dover abbandonare la mia casa e i miei compagni, con cui avevo condiviso nove anni, mi trasferii dalla nonna materna. Intanto, mio padre partì per l’Italia, per essere sicuri di avere una casa quando io, mio fratello e mia mamma, saremmo arrivati.
C’era anche mia nonna paterna, nativa dell’Italia, che voleva venire.
I miei genitori non si erano mai allontanati da me per così tanto tempo e fu difficile lasciarli andare.
Dopo due giorni dal trasferimento da mia nonna, ricevetti un regalo dei miei compagni di scuola e questo mi confortò.
Stavo frequentando un corso di lingua italiana con mio fratello e questo mi portò tanti vantaggi.
Studiavo le cose fondamentali, ma negli anni precedenti, mia nonna qualche volta mi parlava anche in calabrese.
Trascorsi tre settimane da mia nonna, finché non dovetti partire.
Piansi tanto, specialmente quando l’aereo partì …non sapevo cosa pensare.
Sull’aereo non mangiai tanto e mi confortavo disegnando.
Arrivammo a Madrid con due ore di ritardo e io ne approfittai per dormire.
Arrivati in Italia, mio zio ci portò alla nostra nuova casa.
 
 
 
 
  LA SCUOLA IN ARGENTINA
La mamma di Leandro racconta...
 
  La mamma di Leandro andava a scuola in Argentina; prendeva il pullman del “Trasporto Scolastico” anche se la scuola era abbastanza vicina alla sua abitazione e l’orario era dal lunedì al venerdì dalle 7,30 alle 11,30; il martedì e il venerdì si ritornava a scuola dalle 14 alle 17.
Nella sua scuola c’era la mensa, ma lei mangiava a casa. Altri ambienti erano la palestra, l’aula di musica, una piccola chiesetta e la biblioteca.
Nella città in cui abitava, più grande di Pinerolo, c’erano tante scuole statali come la nostra, ma c’erano anche delle scuole private.
Le aule erano uguali alle nostre, le classi erano miste e molto numerose, non c’erano pluriclassi.
In prima elementare, lei portava un grembiule, invece dalla seconda alla prima media indossava gonna, maglia e cravatta blu con camicia bianca, mentre i maschi indossavano pantaloni grigi, camicia bianca e cravatta blu.
Le aule avevano un arredamento simile al nostro.
La cartella, a forma di rettangolo, era di cuoio e dentro si mettevano il quaderno, l’astuccio e il libro che era uguale per tutti. Ricorda che si chiamava “Manual del Alunno Bonaerense”.
Le materie erano quasi uguali alle nostre, ma in più avevano “Educazione pratica” e studiavano inglese.
Le insegnanti erano suore e ce n’era una per classe.
 
     
 
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