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Dopo aver preso il diploma di maturità
decisi di iscrivermi all’Università.
La prima cosa ... (continua) |
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L’economia in Marocco era basata sull’agricoltura,
purtroppo dal 1960 al 1990 c’è stata una siccità
e così... (continua)
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Emigrazione Interna |
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Emigrazione Intercontinentale |
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L’ Emigrazione
nella II metà del '900 |
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Il fenomeno dell’emigrazione tornò a
farsi più significativo nel periodo compreso tra gli Anni ’50
e’70.
Il flusso migratorio si dirigeva soprattutto verso i paesi europei,
(Svizzera, Germania, Francia, Austria, Belgio, Olanda) e verso l’America
del Nord e del Sud, Canada e Argentina.
Si emigrava principalmente per motivi di lavoro, oppure per matrimonio
o per motivi di studio e per cercare un futuro migliore.
Rispetto alla I metà del ‘900 c’erano molti altri
lavori. per esempio: i panettieri, gli operai, i braccianti agricoli,
i carabinieri, le casalinghe, i muratori ecc…
Alcuni emigravano da piccoli o insieme ai loro genitori.
Certi emigranti della seconda metà del ’900 svolgevano
gli stessi lavori già presenti nel periodo precedente.
Si emigrava principalmente utilizzando il treno, come mezzo di trasporto,
ma in quest’ epoca c’erano diversi mezzi di trasporto:
l’aereo, il tram, l’auto e i furgoni.
Il problema principale era la lingua, c’era anche il problema
del clima e della difficoltà a trovare lavoro.
Alcuni non avevano problemi di adattamento .
La maggior parte dei nostri emigranti emigrava soprattutto con dei
famigliari, c’era anche chi emigrava da solo.
Verso gli Anni ’60 – ’70 l’emigrazione
diminuì sempre di più e la nostra diventò zona
di immigrazione, soprattutto dal Sud dell’Italia.
Dalle regioni del Sud (Calabria, Sicilia, Puglia e Sardegna) gli
emigranti arrivano in Piemonte, perché in questa regione
ci sono più industrie. Anche nella II metà del ‘900
continuò l’emigrazione dal Veneto verso il Piemonte.>>
Ci sono state anche persone che sono arrivate dall’India,
dall’Africa e dall’Europa centrale.
L’emigrazione da Tripoli in Italia è dovuta al fatto
che, dal 1970 non era più gradita la presenza degli italiani
in Libia.>>
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Il papà di Stefania
racconta… |
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Dopo aver preso il diploma di maturità decisi
di iscrivermi all’Università.
La prima cosa da fare era scegliere la facoltà a cui iscrivermi.
Visto che bisognava compiere uno sforzo non indifferente, sia per
quanto riguardava l’ aspetto economico, sia per l’ impegno
personale, scelsi la facoltà di Medicina e Chirurgia.
Mi guardai intorno per capire la sede a cui iscrivermi e scelsi Torino.
Nel 1977 salii sul treno Taranto-Torino per iniziare questa avventura.
Ricordo che mi iscrissi all’Università tramite posta,
inviando i documenti necessari.
La mia domanda venne accolta grazie all’intervento di una segretaria.
I primi due anni furono difficili, perché avevo pochi amici,
c’era un clima profondamente diverso dal Sud, avevo poca disponibilità
economica: i soldi bastavano appena per l’affitto , i buoni
mensa, i libri e l’abbonamento del tram che allora costava 400/500
£.
La cosa più dura era rappresentata dal corso degli studi e
dalla difficoltà di alcune materie.
Infatti nei primi anni, si studiavo materie come chimica, fisica,
materie per cui non ho mai avuto un debole.
Superati questi primi ostacoli, il cammino scivolò in maniera
abbastanza tranquilla.
Nel 1980 incontrai Antonella e, pensando di aver finito gli studi,
decisi di sposarmi.
Questa scelta complicò le cose in quanto da una parte bisognava
studiare e dall’altra lavorare per mantenere la famiglia.
Nel 1985 mi laureai e incominciai a lavorare a Pomaretto.
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Ayoub racconta… |
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L’economia in Marocco era basata sull’agricoltura,
purtroppo dal 1960 al 1990 c’è stata una siccità
e così la gente ha perso il suo posto di lavoro, le coltivazioni
essiccarono e l’economia crollò ed è a questo
punto che la gente pensò di emigrare verso altri luoghi e così
anche mio papà emigrò.
Mio papà emigrò per motivi di studio, fece una domanda
all’Università di Nizza, in Francia nel 1989 ed ebbe
un visto di studio. Emigrò nelle vacanze in modo che potesse
cercare il lavoro per guadagnare i soldi per studiare perché
voleva fare il bio–chimico, ma rinunciò a completare
gli studi perché, nell’estate, in attesa che riaprisse
la scuola, venne in Italia dove seppe che una legge del Parlamento
consentiva agli extracomunitari di avere i documenti per svolgere
un lavoro in Italia essendoci dei posti. Con la legge del ‘90
ebbe la tessera dell’ufficio di collocamento e dopo un mese
fu assunto nella fabbrica in cui sta lavorando ancor adesso. Decise
di sistemarsi e di avere una famiglia, ritornò in Marocco per
conoscere mia mamma, si sposarono e tornarono in Italia facendo la
domanda di ricongiungimento famigliare per mia mamma.
Il giorno che emigrò, per lui era un giorno qualunque; aveva
i documenti, quindi emigrò in regola.
Per arrivare in Spagna prese il traghetto e tutto il resto del viaggio
lo fece in treno e si fermò in Francia, a Nizza. |
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