 |
|
|
|
 |
|
|
|
 |
|
|
|
 |
|
|
|
 |
|
|
|
 |
|
|
|
 |
|
|
|
 |
|
|
|
 |
|
Ciao, sono Adrian! Ho 11 anni, sono abbastanza
alto, ho gli occhi azzurri e i capelli biondo scuro...(continua) |
|
 |
|
Io sono emigrata dalla Romania, il viaggio è
stato lunghissimo, due giorni e...(continua) |
|
 |
|
Ciao, sono Paul, ho 11 anni e sono nato in Romania.
Sono venuto in Italia un...(continua) |
|
|
|
ROMANIA |
|
|
 |
|
CARTA D'IDENTITÀ |
CAPITALE: Bucarest |
LINGUA: rumeno, ungherese,
tedesco |
ORDINAMENTO: repubblica |
MONETA: leu |
RELIGIONE: ortodossa, cattolica
, protestante |
|
|
|
|
|
|
|
Il Paesaggio |
|
|
La
Romania ad Est si affaccia sul Mar Nero e confina con la Repubblica
Moldava, a Sud confina con la Bulgaria, ad Est con la Jugoslavia e
l’Ungheria e a Nord con l’Ucraina.
Una parte della Romania è occupata dai Carpazi e dalle Alpi
Transilvaniche. In Romania scorre l’ultimo tratto del Danubio,
che si getta nel Mar Nero con un ampio delta, disseminato di paludi.
In questo Paese si possono individuare quattro regioni: Transilvania,
Moldavia, Valacchia, Dobrugia. TRANSILVANIA: l’arco dei Carpazi
la circonda quasi completamente, l’altopiano presenta, nella
parte settentrionale, un andamento collinare con ampie e dolci vallate.
MOLDAVIA: occupa la parte nord-orientale del Paese; il fiume Prut
segna per un lungo tratto il confine con la Moldavia russa. La sezione
occidentale è occupata dalla catena dei Carpazi. Il rilievo
è ricoperto in larghi tratti da boschi di conifere: si distinguono
alcuni massicci cristallini (Maramures e Rodnei) e formazioni d’origine
vulcaniche.
VALACCHIA: Compresa fra il margine meridionale delle Alpi Transilvaniche
e il corso del Danubio, la Valacchia costituisce la più estesa
area pianeggiante della Romania. DOBRUGIA: La Dobrugia si estende
ad est della pianura Valacchia, tra l’ultimo tratto del Danubio
ed il Mar Nero. E’ una regione originale rispetto al resto della
Romania: rilievi molto antichi appianati dall’erosione e basse
colline. |
|
|
 |
Clicca sull'immagine per ingrandirla |
|
|
|
|
|
|
|
L'Economia |
|
|
Negli
ultimi anni si sono affermate le attività industriali legate
allo sfruttamento delle risorse territoriali, il petrolio ed il gas
naturale. L’agricoltura è il settore più importante;
l’allevamento è praticato in modo tradizionale. Si vanno
intensificando il turismo e il commercio con l’estero. |
|
|
 |
Clicca sull'immagine per ingrandirla |
|
|
|
|
La Romania nel tempo |
|
|
I
Rumeni sono un popolo d’origine slava, ma in passato furono
conquistati dai Romani e la Dacia, come veniva chiamata a quel tempo
la Romania, divenne provincia romana. Essi subirono le influenze della
civiltà latina, infatti la lingua rumena appartiene al gruppo
di lingue neolatine.
Dopo secoli d’invasioni prima da parte di diversi popoli barbari
ed in seguito di Ungheresi, Tartari, Turchi, ecc., nel 1877 si giunse
all’indipendenza della Romania, costituita solo dalla Moldavia
e dalla Valacchia, cui si unirono nel 1918 anche la Transilvania e
la Bucovina.
Nella seconda guerra mondiale, la Romania era alleata della Germania
e, dopo la liberazione dal nazismo, giunsero al potere i comunisti
con l’aiuto dell’esercito sovietico.
Nicolae Ceausescu fu capo dello stato dal 1967 al 1989, quando, in
seguito ad un’ondata di rivolte contro il suo regime dittatoriale,
il Fronte di Salvezza Nazionale proclamò la sua caduta. |
|
|
 |
Clicca sull'immagine per ingrandirla |
|
|
|
|
|
|
|
Ordinamento dello Stato |
|
|
Dopo la rivoluzione del dicembre
1989 che pose fine al regime di Ceausescu, l’ordinamento dello
stato rumeno presenta le seguenti caratteristiche: il Presidente della
Repubblica è eletto a suffragio universale diretto, come anche
il Parlamento, composto da una Camera dei Deputati con 387 seggi e
dal Senato con 119 seggi. |
|
|
|
|
|
Dracula il Vampiro |
|
|
In
Transilvania, una regione della Romania, si trovano i castelli del
principe Vlad II, detto Dracul, “Il Diavolo”, per la crudeltà
con cui era solito disfarsi dei suoi nemici.
Fu il più accanito e feroce difensore della sua terra contro
i Turchi.
Dopo averli più volte sconfitti e dopo alterne vicende cadde
vittima dei suoi nemici sotto le mura di Bucarest.
Si diceva fosse una creatura delle tenebre che non veniva mai riflessa
dagli specchi, viveva in eterno e poteva essere uccisa solo da un
paletto conficcato nel cuore o …dalla luce del giorno. Il vampiro
si nutriva del sangue delle sue vittime, che possono essere contagiate
dal suo morso e diventare a loro volta dei vampiri… |
|
|
 |
Clicca sull'immagine per ingrandirla |
|
|
|
|
|
|
|
Usanze e abitudini popolari |
|
|
A
Natale, i bambini vanno in giro a cantare canzoni che parlano di Gesù
e in cambio ricevono, dai padroni di casa, dolci e ciambelle.
Si addobba l’albero e si aspetta che Babbo Natale porti i doni.
A Capodanno, i bimbi più grandi fanno dei giochi in cui indossano
maschere che raffigurano animali e ricevono dei soldi per ricompensa.
Si preparano Sarmale, involtini di cavoli; Bors, zuppe di verdure;
si taglia il salame…
Nella notte che precede la Pasqua si va in chiesa dove il prete celebra
la messa e s’intonano i canti sacri. A mezzanotte il prete accende
una gran candela e tutti i fedeli vanno ad accendere la propria candela
da quella del prete. Dopo escono dalla chiesa e si dispongono su due
file indiane, appoggiano per terra il pane di forma rotonda e le uova
dipinte di rosso “Ouà inpestrite” che hanno portato
con sé, poi il prete passa in mezzo alle file e bagna il pane
e le uova con l’acqua benedetta usando un rametto di basilico.
Quando essi ritornano a casa non salutano dicendo “Buona sera”
né “Ciao”, ma “Cristo è risorto!”
a quelli che sono rimasti a casa.
Il mattino di Pasqua la mamma si alza per prima e prepara tutto prima
del risveglio dei bambini; quando il primo di loro si sveglia, si
lava con l’acqua dove ci sono le uova e le monete, prende il
suo uovo e i soldi, poi tutti insieme fanno colazione con le uova
e il pane benedetto. Il primo marzo si festeggia la festa della Primavera
e le ragazzine appuntano un fiocco rosso al petto del ragazzino loro
più simpatico…l’8 marzo i ragazzini porteranno
un regalino ad ognuna di loro per la “Martisor” la festa
della donna… |
|
|
 |
Clicca sull'immagine per ingrandirla |
|
|
|
|
|
|
|
Dolci pasquali tipici della Romania
"Cornuleze" - Ricetta |
|
|
 |
|
Ingredienti
Pasta sfoglia: 500g. di farina, 100g. di zucchero, mezza bustina
di lievito, un uovo, 100g. di burro.
Crema: 200g. di noci, un albume d’uovo montato a neve,
una bustina di cacao zuccherato, 50g di panna, un cucchiaino
di essenza di rum. |
Procedimento
Mescolare tutti gli ingredienti per la pasta sfoglia.
Stendere l’impasto con uno spessore di mezzo centimetro
e tagliarlo a forma di quadrati di circa sei centimetri di lato.
Mescolare tutti gli ingredienti per la crema e metterne su ogni
quadretto circa mezzo cucchiaio.
Arrotolare a forma di cornetto, mettere in una teglia e infornare
a 180° per 30 minuti. Quando si saranno raffreddati, disporli
in un vassoio e spolverare con lo zucchero vanigliato. |
|
|
|
 |
Clicca sull'immagine per ingrandirla |
|
|
|
|
|
|
|
"Uova di Pasqua
rumene" - Ricetta |
|
|
 |
|
Ingredienti
Uova fresche – foglie di diverse forme (prezzemolo, basilico,
quadrifoglio, ecc.) – una calza di nailon o collant –
colorante alimentare (in alternativa si possono usare foglie
di cipolle rosse) – acqua - sale. |
|
|
|
|
|
|
Procedimento
Si lavano le uova, si applicano sopra due foglie bagnate, si
taglia il collant a pezzi di forma quadrata e ogni pezzo si
lega all’uovo, prestando attenzione che le foglie rimangano
attaccate ad esso. Si immergono poi le uova così legate
in abbondante acqua fredda, cui precedentemente è stato
aggiunto il sale e il colorante alimentare. |
|
 |
Le uova devono bollire
per quindici minuti, quindi si tolgono dall’acqua, si
lasciano raffreddare e successivamente si liberano dalle calze
e dalle foglie: rimarranno le uova colorate con la forma delle
foglie. |
A Pasqua i bambini porgono gli auguri ad amici
e parenti, battendo le uova una contro l’altra dicendo:
“Hîristos a înviat!” (Gesù
è resuscitato) “Adevârât a invia!t”
(E’ vero che è resuscitato). |
|
|
|
 |
Clicca sulle immagini per ingrandirle |
|
|
|
|
|
|
|
LA SCUOLA IN ROMANIA |
|
|
La
mamma di Elisabeth è andata a scuola in Romania.
Raggiungeva l’edificio a piedi; l’orario scolastico era
dalle otto alle dodici e non si mangiava a scuola perché non
c’era la mensa.
La scuola era situata a due chilometri dalla sua abitazione e nel
suo paese c’erano una scuola elementare e una scuola media.
La mamma di Elisabeth afferma che le classi erano quasi uguali alle
nostre e c’erano le pluriclassi.
I maschi e le femmine erano insieme, quindi il numero dei bambini
era alto (25/30).
Gli alunni indossavano l’uniforme uguale per tutti.
La sua aula era arredata più o meno come le nostre; infatti,
i banchi erano in legno ed avevano il buco per il calamaio. Sui muri
erano appesi dei cartelloni, la carta geografica, la bandiera tricolore
(rosso, giallo e blu) e la fotografia del presidente della Repubblica.
|
|
|
L’insegnante della
mamma di Elisabeth usava come supporto alla didattica le diapositive
e del materiale illustrato.
La cartella era di cuoio e dentro si mettevano i libri (uguali per
tutti) per ogni materia,
i quaderni piccoli, un boccettino per l’inchiostro, la penna
con il pennino e i colori. Le materie di studio erano: lingua rumena,
matematica, scienze, storia, musica, educazione moral-politica, attività
pratiche e disegno. |
|
|
 |
Clicca sulle immagini per ingrandirle |
|
|
|
|
|
|
|
STORIE DI BAMBINI |
|
|
Adrian racconta... |
|
|
Ciao, sono Adrian! Ho 11
anni, sono abbastanza alto, ho gli occhi azzurri e i capelli biondo
scuro. Sono nato a Iasi, in Romania, e ci ho abitato fino all’anno
scorso…
Mio papà lavorava in una fabbrica dove si faceva l’olio,
un giorno il suo capo gli ha dato l’occasione di venire in Italia.
Dopo un po’ di tempo è partita anche la mamma. Noi, cioè
io e mio fratello, siamo rimasti in Romania con una famiglia che ci
conosceva. Nell’estate, un amico di famiglia ci ha portato in
Italia.
Siamo arrivati alla prima frontiera e siamo riusciti a passarla, poi
ne abbiamo passate altre due. Durante il viaggio, vedevo case diverse
da quelle della Romania: avevano i tetti “a punta”, là
invece erano piani… Dopo qualche ora ci siamo fermati un po’,
eravamo quasi a Milano e io pensavo di essere già arrivato,
erano le 4.00 di mattina.
C’era gente che parlava italiano ed io non capivo un bel niente!
Eravamo gli unici che andavano a Torino. I miei genitori, mia zia
e il suo fidanzato italiano sono venuti a Milano a prenderci. A Torino,
abbiamo dormito dalla zia e il mattino dopo siamo finalmente arrivati
a Pinasca nella casa nuova. Mi è piaciuta subito perché
era più grande di quella che avevo in Romania.
Il giorno dopo l’arrivo sono andato a vedere la piazza del mercato
e la scuola…
Prima di iniziare la scuola non conoscevo nessuno del paese e giocavo
solo con mio fratello.
Non volevo andare a scuola perché non sapevo ancora l’italiano,
il papà però mi ha detto che dovevo imparare a contare
fino a venti così potevo contare fino ai numeri più
alti e sapere anche la lingua.
Nei primi giorni di scuola, i maestri mi facevano delle domande e
io non sapevo cosa rispondere e dicevo sì anche se non capivo
bene. Non capivo bene neanche i compagni…il secondo giorno,
Giovanni mi ha detto che dovevo andare nell’altra classe, ma
io non mi sono mosso e ho detto ancora di sì…Con il vocabolario
di italiano e rumeno, i maestri cercavano di farmi imparare l’italiano…il
maestro ripeteva le frasi in rumeno per non dimenticarle e mi faceva
ridere. |
|
|
|
|
|
Maria racconta... |
|
|
Io sono emigrata dalla Romania,
il viaggio è stato lunghissimo, due giorni e una notte.
Siamo partiti il sabato mattina e siamo arrivati la domenica notte.
Dovevo lasciare tutta la mia famiglia: nonni, cugine, zii e nipoti.
Poi dovevo lasciare la mia amica del cuore che si chiama Camelia e
mi dispiaceva moltissimo lasciarla, ma era mio dovere farlo.
Poi dovevo lasciare Licà, Bogdan, Vasi e mi dispiaceva anche
per loro perché erano altri tre carissimi amici.
Quando arrivai qui sentii un ambiente diverso, era tutta un’altra
cosa, si respirava un’altra aria.
Dovevo comunque adattarmi a questa nuova vita, anche se subito pensavo
di non farcela.
Venne poi il momento di andare a scuola: “Che paura, che emozione!”
esclamai in rumeno e la mamma mi disse: “Calmati, non è
mica la fine del mondo!”
Però io ero preoccupatissima perché ancora non sapevo
l’italiano…
Così passarono i giorni e piano piano mi inserii nella nuova
vita: imparai la nuova lingua, mi feci nuove amicizie e i miei genitori
trovarono un buon lavoro.
E adesso sono in quinta, non posso crederci!
Naturalmente sento tanta nostalgia del mio paese e mi piacerebbe tornare
a vivere là. |
|
|
|
|
|
Paul racconta... |
|
|
Ciao, sono Paul, ho 11 anni
e sono nato in Romania. Sono venuto in Italia un anno fa e ho viaggiato
in macchina. Con me sono venuti i miei fratelli e le mie sorelle e
i miei genitori. Per arrivare in Italia ho impiegato due giorni e
ci siamo fermati due volte: una per il pranzo e poi per far vedere
i documenti. Arrivati a Torino, abbiamo lasciato la macchina e abbiamo
preso il pullman. L ’autista ha riportato la macchina in Romania.
Mio papà è andato a lavorare in fabbrica ed io sono
venuto a scuola. Prima sono andato in terza, poi i maestri di quarta
sono venuti a prendermi. Quel mattino, il maestro ha scritto sulla
lavagna di portare fazzoletti, spazzolino, dentifricio e bicchiere
e io non capivo…per fortuna Marta mi ha aiutato.
Non sapevo l’italiano e stavo sempre in silenzio e a volte dicevo:
“Sì” anche se non avevo capito…
Il vocabolario mi aiutava a capire le parole che non conoscevo. |
|
|
|
|
|