Le Valli Chisone e Germanasca Emigrazione nella Prima Metà del 900 Emigrazione nella Seconda Metà del 900 Emigrazione Oggi
Le Valli Chisone e Germanasca Emigrazione nella Prima Metà del 900 Emigrazione nella Seconda Metà del 900 Emigrazione Oggi
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Vai al capitolo La Romania nel tempo
     
Vai al capitolo Ordinamento dello Stato
     
Vai al capitolo Dracula il Vampiro
     
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Vai al capitolo Dolci pasquali tipici della Romania
     
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Leggi il racconto di Adrian
  Ciao, sono Adrian! Ho 11 anni, sono abbastanza alto, ho gli occhi azzurri e i capelli biondo scuro...(continua)  
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  Io sono emigrata dalla Romania, il viaggio è stato lunghissimo, due giorni e...(continua)  
Leggi il racconto di Paul
  Ciao, sono Paul, ho 11 anni e sono nato in Romania. Sono venuto in Italia un...(continua)  
  ROMANIA  
 
 
CARTA D'IDENTITÀ
CAPITALE: Bucarest
LINGUA: rumeno, ungherese, tedesco
ORDINAMENTO: repubblica
MONETA: leu
RELIGIONE: ortodossa, cattolica , protestante
 
     
  Il Paesaggio  
  La Romania ad Est si affaccia sul Mar Nero e confina con la Repubblica Moldava, a Sud confina con la Bulgaria, ad Est con la Jugoslavia e l’Ungheria e a Nord con l’Ucraina.
Una parte della Romania è occupata dai Carpazi e dalle Alpi Transilvaniche. In Romania scorre l’ultimo tratto del Danubio, che si getta nel Mar Nero con un ampio delta, disseminato di paludi.
In questo Paese si possono individuare quattro regioni: Transilvania, Moldavia, Valacchia, Dobrugia. TRANSILVANIA: l’arco dei Carpazi la circonda quasi completamente, l’altopiano presenta, nella parte settentrionale, un andamento collinare con ampie e dolci vallate.
MOLDAVIA: occupa la parte nord-orientale del Paese; il fiume Prut segna per un lungo tratto il confine con la Moldavia russa. La sezione occidentale è occupata dalla catena dei Carpazi. Il rilievo è ricoperto in larghi tratti da boschi di conifere: si distinguono alcuni massicci cristallini (Maramures e Rodnei) e formazioni d’origine vulcaniche.
VALACCHIA: Compresa fra il margine meridionale delle Alpi Transilvaniche e il corso del Danubio, la Valacchia costituisce la più estesa area pianeggiante della Romania. DOBRUGIA: La Dobrugia si estende ad est della pianura Valacchia, tra l’ultimo tratto del Danubio ed il Mar Nero. E’ una regione originale rispetto al resto della Romania: rilievi molto antichi appianati dall’erosione e basse colline.
 
 
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  L'Economia  
  Negli ultimi anni si sono affermate le attività industriali legate allo sfruttamento delle risorse territoriali, il petrolio ed il gas naturale. L’agricoltura è il settore più importante; l’allevamento è praticato in modo tradizionale. Si vanno intensificando il turismo e il commercio con l’estero.  
 
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  La Romania nel tempo  
  I Rumeni sono un popolo d’origine slava, ma in passato furono conquistati dai Romani e la Dacia, come veniva chiamata a quel tempo la Romania, divenne provincia romana. Essi subirono le influenze della civiltà latina, infatti la lingua rumena appartiene al gruppo di lingue neolatine.
Dopo secoli d’invasioni prima da parte di diversi popoli barbari ed in seguito di Ungheresi, Tartari, Turchi, ecc., nel 1877 si giunse all’indipendenza della Romania, costituita solo dalla Moldavia e dalla Valacchia, cui si unirono nel 1918 anche la Transilvania e la Bucovina.
Nella seconda guerra mondiale, la Romania era alleata della Germania e, dopo la liberazione dal nazismo, giunsero al potere i comunisti con l’aiuto dell’esercito sovietico.
Nicolae Ceausescu fu capo dello stato dal 1967 al 1989, quando, in seguito ad un’ondata di rivolte contro il suo regime dittatoriale, il Fronte di Salvezza Nazionale proclamò la sua caduta.
 
 
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  Ordinamento dello Stato  
  Dopo la rivoluzione del dicembre 1989 che pose fine al regime di Ceausescu, l’ordinamento dello stato rumeno presenta le seguenti caratteristiche: il Presidente della Repubblica è eletto a suffragio universale diretto, come anche il Parlamento, composto da una Camera dei Deputati con 387 seggi e dal Senato con 119 seggi.  
     
  Dracula il Vampiro  
  In Transilvania, una regione della Romania, si trovano i castelli del principe Vlad II, detto Dracul, “Il Diavolo”, per la crudeltà con cui era solito disfarsi dei suoi nemici.
Fu il più accanito e feroce difensore della sua terra contro i Turchi.
Dopo averli più volte sconfitti e dopo alterne vicende cadde vittima dei suoi nemici sotto le mura di Bucarest.
Si diceva fosse una creatura delle tenebre che non veniva mai riflessa dagli specchi, viveva in eterno e poteva essere uccisa solo da un paletto conficcato nel cuore o …dalla luce del giorno. Il vampiro si nutriva del sangue delle sue vittime, che possono essere contagiate dal suo morso e diventare a loro volta dei vampiri…
 
 
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  Usanze e abitudini popolari  
  A Natale, i bambini vanno in giro a cantare canzoni che parlano di Gesù e in cambio ricevono, dai padroni di casa, dolci e ciambelle.
Si addobba l’albero e si aspetta che Babbo Natale porti i doni.
A Capodanno, i bimbi più grandi fanno dei giochi in cui indossano maschere che raffigurano animali e ricevono dei soldi per ricompensa.
Si preparano Sarmale, involtini di cavoli; Bors, zuppe di verdure; si taglia il salame…
Nella notte che precede la Pasqua si va in chiesa dove il prete celebra la messa e s’intonano i canti sacri. A mezzanotte il prete accende una gran candela e tutti i fedeli vanno ad accendere la propria candela da quella del prete. Dopo escono dalla chiesa e si dispongono su due file indiane, appoggiano per terra il pane di forma rotonda e le uova dipinte di rosso “Ouà inpestrite” che hanno portato con sé, poi il prete passa in mezzo alle file e bagna il pane e le uova con l’acqua benedetta usando un rametto di basilico.
Quando essi ritornano a casa non salutano dicendo “Buona sera” né “Ciao”, ma “Cristo è risorto!” a quelli che sono rimasti a casa.
Il mattino di Pasqua la mamma si alza per prima e prepara tutto prima del risveglio dei bambini; quando il primo di loro si sveglia, si lava con l’acqua dove ci sono le uova e le monete, prende il suo uovo e i soldi, poi tutti insieme fanno colazione con le uova e il pane benedetto. Il primo marzo si festeggia la festa della Primavera e le ragazzine appuntano un fiocco rosso al petto del ragazzino loro più simpatico…l’8 marzo i ragazzini porteranno un regalino ad ognuna di loro per la “Martisor” la festa della donna…
 
 
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  Dolci pasquali tipici della Romania

"Cornuleze" - Ricetta

 
 
  Ingredienti
Pasta sfoglia: 500g. di farina, 100g. di zucchero, mezza bustina di lievito, un uovo, 100g. di burro.
Crema: 200g. di noci, un albume d’uovo montato a neve, una bustina di cacao zuccherato, 50g di panna, un cucchiaino di essenza di rum.

Procedimento
Mescolare tutti gli ingredienti per la pasta sfoglia.
Stendere l’impasto con uno spessore di mezzo centimetro e tagliarlo a forma di quadrati di circa sei centimetri di lato.
Mescolare tutti gli ingredienti per la crema e metterne su ogni quadretto circa mezzo cucchiaio.
Arrotolare a forma di cornetto, mettere in una teglia e infornare a 180° per 30 minuti. Quando si saranno raffreddati, disporli in un vassoio e spolverare con lo zucchero vanigliato.
 
 
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  "Uova di Pasqua rumene" - Ricetta  
 
  Ingredienti
Uova fresche – foglie di diverse forme (prezzemolo, basilico, quadrifoglio, ecc.) – una calza di nailon o collant – colorante alimentare (in alternativa si possono usare foglie di cipolle rosse) – acqua - sale.
 
     
 
Procedimento
Si lavano le uova, si applicano sopra due foglie bagnate, si taglia il collant a pezzi di forma quadrata e ogni pezzo si lega all’uovo, prestando attenzione che le foglie rimangano attaccate ad esso. Si immergono poi le uova così legate in abbondante acqua fredda, cui precedentemente è stato aggiunto il sale e il colorante alimentare.
 
Le uova devono bollire per quindici minuti, quindi si tolgono dall’acqua, si lasciano raffreddare e successivamente si liberano dalle calze e dalle foglie: rimarranno le uova colorate con la forma delle foglie.
A Pasqua i bambini porgono gli auguri ad amici e parenti, battendo le uova una contro l’altra dicendo:
“Hîristos a înviat!” (Gesù è resuscitato)
“Adevârât a invia!t” (E’ vero che è resuscitato).
 
 
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  LA SCUOLA IN ROMANIA  
  La mamma di Elisabeth è andata a scuola in Romania.
Raggiungeva l’edificio a piedi; l’orario scolastico era dalle otto alle dodici e non si mangiava a scuola perché non c’era la mensa.
La scuola era situata a due chilometri dalla sua abitazione e nel suo paese c’erano una scuola elementare e una scuola media.
La mamma di Elisabeth afferma che le classi erano quasi uguali alle nostre e c’erano le pluriclassi.
I maschi e le femmine erano insieme, quindi il numero dei bambini era alto (25/30).
Gli alunni indossavano l’uniforme uguale per tutti.
La sua aula era arredata più o meno come le nostre; infatti, i banchi erano in legno ed avevano il buco per il calamaio. Sui muri erano appesi dei cartelloni, la carta geografica, la bandiera tricolore (rosso, giallo e blu) e la fotografia del presidente della Repubblica.
 
  L’insegnante della mamma di Elisabeth usava come supporto alla didattica le diapositive e del materiale illustrato.
La cartella era di cuoio e dentro si mettevano i libri (uguali per tutti) per ogni materia, i quaderni piccoli, un boccettino per l’inchiostro, la penna con il pennino e i colori. Le materie di studio erano: lingua rumena, matematica, scienze, storia, musica, educazione moral-politica, attività pratiche e disegno.
 
 
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  STORIE DI BAMBINI  
  Adrian racconta...  
  Ciao, sono Adrian! Ho 11 anni, sono abbastanza alto, ho gli occhi azzurri e i capelli biondo scuro. Sono nato a Iasi, in Romania, e ci ho abitato fino all’anno scorso…
Mio papà lavorava in una fabbrica dove si faceva l’olio, un giorno il suo capo gli ha dato l’occasione di venire in Italia. Dopo un po’ di tempo è partita anche la mamma. Noi, cioè io e mio fratello, siamo rimasti in Romania con una famiglia che ci conosceva. Nell’estate, un amico di famiglia ci ha portato in Italia.
Siamo arrivati alla prima frontiera e siamo riusciti a passarla, poi ne abbiamo passate altre due. Durante il viaggio, vedevo case diverse da quelle della Romania: avevano i tetti “a punta”, là invece erano piani… Dopo qualche ora ci siamo fermati un po’, eravamo quasi a Milano e io pensavo di essere già arrivato, erano le 4.00 di mattina.
C’era gente che parlava italiano ed io non capivo un bel niente!
Eravamo gli unici che andavano a Torino. I miei genitori, mia zia e il suo fidanzato italiano sono venuti a Milano a prenderci. A Torino, abbiamo dormito dalla zia e il mattino dopo siamo finalmente arrivati a Pinasca nella casa nuova. Mi è piaciuta subito perché era più grande di quella che avevo in Romania.
Il giorno dopo l’arrivo sono andato a vedere la piazza del mercato e la scuola…
Prima di iniziare la scuola non conoscevo nessuno del paese e giocavo solo con mio fratello.
Non volevo andare a scuola perché non sapevo ancora l’italiano, il papà però mi ha detto che dovevo imparare a contare fino a venti così potevo contare fino ai numeri più alti e sapere anche la lingua.
Nei primi giorni di scuola, i maestri mi facevano delle domande e io non sapevo cosa rispondere e dicevo sì anche se non capivo bene. Non capivo bene neanche i compagni…il secondo giorno, Giovanni mi ha detto che dovevo andare nell’altra classe, ma io non mi sono mosso e ho detto ancora di sì…Con il vocabolario di italiano e rumeno, i maestri cercavano di farmi imparare l’italiano…il maestro ripeteva le frasi in rumeno per non dimenticarle e mi faceva ridere.
 
 
 
 
  Maria racconta...  
  Io sono emigrata dalla Romania, il viaggio è stato lunghissimo, due giorni e una notte.
Siamo partiti il sabato mattina e siamo arrivati la domenica notte.
Dovevo lasciare tutta la mia famiglia: nonni, cugine, zii e nipoti.
Poi dovevo lasciare la mia amica del cuore che si chiama Camelia e mi dispiaceva moltissimo lasciarla, ma era mio dovere farlo.
Poi dovevo lasciare Licà, Bogdan, Vasi e mi dispiaceva anche per loro perché erano altri tre carissimi amici.
Quando arrivai qui sentii un ambiente diverso, era tutta un’altra cosa, si respirava un’altra aria.
Dovevo comunque adattarmi a questa nuova vita, anche se subito pensavo di non farcela.
Venne poi il momento di andare a scuola: “Che paura, che emozione!” esclamai in rumeno e la mamma mi disse: “Calmati, non è mica la fine del mondo!”
Però io ero preoccupatissima perché ancora non sapevo l’italiano…
Così passarono i giorni e piano piano mi inserii nella nuova vita: imparai la nuova lingua, mi feci nuove amicizie e i miei genitori trovarono un buon lavoro.
E adesso sono in quinta, non posso crederci!
Naturalmente sento tanta nostalgia del mio paese e mi piacerebbe tornare a vivere là.
 
 
 
 
  Paul racconta...  
  Ciao, sono Paul, ho 11 anni e sono nato in Romania. Sono venuto in Italia un anno fa e ho viaggiato in macchina. Con me sono venuti i miei fratelli e le mie sorelle e i miei genitori. Per arrivare in Italia ho impiegato due giorni e ci siamo fermati due volte: una per il pranzo e poi per far vedere i documenti. Arrivati a Torino, abbiamo lasciato la macchina e abbiamo preso il pullman. L ’autista ha riportato la macchina in Romania. Mio papà è andato a lavorare in fabbrica ed io sono venuto a scuola. Prima sono andato in terza, poi i maestri di quarta sono venuti a prendermi. Quel mattino, il maestro ha scritto sulla lavagna di portare fazzoletti, spazzolino, dentifricio e bicchiere e io non capivo…per fortuna Marta mi ha aiutato.
Non sapevo l’italiano e stavo sempre in silenzio e a volte dicevo: “Sì” anche se non avevo capito…
Il vocabolario mi aiutava a capire le parole che non conoscevo.
 
 
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